La verità intoccabile di un uomo
vince gli aghi di luce scorporata
nelle soavi tetanìe d’amore
E ogni riscatto che di lei si è udito
su tanta piaga è uno straccio pudico
di lingue mozze un muto nutrito
Chiaro e scuro di pena era quel pane
mangiato soli guardando la sera
mentre in catene la buia sfera
batte a vetri e persiane
Due vite deboli in un vuoto bidone
Ad altra vola l’insetto mano
toccare vuole in vite che trova
il vuoto umano
Vedi che viene: è fatto di sciagura
lascia una traccia di pura paura
temi i suoi piedi e la sua faccia oscura
Catabasi senza fine
lettura d’uomo, ritrai la mano
dall’abito rovente in cui respira;
Il sale bianco del suo sparire
dolce è da dire