Spesso ci si chiede come mai tendiamo ad appagare i dispiaceri con particolari tipi di cibo e soprattutto ci sembra che per quanto possiamo sentirci pieni non raggiungiamo mai un appagamento cerebrale completo. La risposta potrebbe darcelo uno studio spagnolo-francese, diretto da Gutiérrez-Martos M, pubblicato in questi giorni sulla rivista Addiction Biology, che afferma che la cosiddetta “cafeteria diet” induce modificazioni neuroplastiche nel nucleo accumbens. Questo tipo di dieta, caratterizzato da alimenti ad alta densità energetica come biscotti, cereali, formaggi, carni trasformate, cracker, ecc., favorisce l’iperfagia volontaria che provoca un rapido aumento di peso, aumenta la massa del grasso e parametri prediabetici come l’intolleranza al glucosio e all’insulina. L’incidenza di sovrappeso e obesità è di proporzioni epidemiche in tutto il mondo con più di 1.9 miliardi di adulti in sovrappeso nel 2008. L’obesità aumenta il rischio di un ampio spettro di malattie tra cui il diabete di tipo 2, l’ipertensione…
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